A metà 2010 circa, sono stati diffusi in Rete alcuni curiosi dati statistici relativi alla fruizione del
porno online. Eccone un piccolo riassunto:
- ogni secondo ci sono 28.258 utenti in rete che visionano contenuti hard
- ogni secondo ci sono 372 utenti che utilizzano un motore di ricerca per adulti
- in America 40 milioni di utenti visitano regolarmente i siti porno di cui il 28% sono donne ,
- il 13% delle donne accede ai siti hard dal luogo di lavoro, mentre per i maschi la percentuale sale al 20%
Questi dati, seppure contenuti in un viral video, sono indicativi della potenza del mercato pornografico sul Web.
Nel corso della breve storia di Internet, molte mode sono passate, superate ogni volta da nuovi servizi e strumenti: basti vedere, su tutte, l’evoluzione che dalla chat testuale (IRC) ha portato all’affermazione oggi dei social networks (Facebook), passando per la realtà virtuale in 3D (Second Life).
Il successo del settore porno online, invece, è rimasto pressocchè immutato; ed il motivo principe di siffatto fenomeno è da ravvisarsi nel bisogno primario che tende a soddisfare, ossia quello sessuale: molto prima dell’arrivo dei cellulari che navigano su Internet e del susseguente porno mobile, l’uomo della caverna già condivideva pornografia tramite i graffiti sui muri. Il bisogno di vedere immagini sessuali è insito nell’uomo e trascende tempi e costumi, e grazie all’uso della tecnologia adesso è soltanto facilitato.
Nonostante si cerchi pedissequamente di limitarne la diffusione (vedi numerosi disegni di legge italiani, ciò che è accaduto in Cina e ciò che si cerca oggi di fare in Australia), il porno rimane l’industria più florida per i webmastersin termini economici. Costoro possono trovare in questo settore una pressocchè sicura fonte di guadagno, anche in presenza di un’ampia concorrenza: basta sapersi ritagliare la propria fetta di utenza ed operare bene, evitando le penalizzazioni.