E così l'intrepido Fabio De Pasquale ha chiesto 5 anni divacanza forzata in carcere per il povero Silvio. Che recentemente ha detto di aver ripreso a divertirsi, per aver mollato l'incarico da presidente del consiglio e le conseguenti responsabilità (che li faceva a fare i bunga bunga se si annoiava così tanto?). Il pm ha ribadito che "il reato non è prescritto", con buona pace di Mavalà e compagni di merende. La difesa è basata su carte false, una fitta e intricata sequenza di documenti farlocchi che dovrebbero dimostrare la provenienza del denaro dall'armatore Attanasio. C'è però il piccolo particolare che il patrimonio di costui non ha ammanchi, cosa ammessa anche dall'avvocato Mills (il sodale del berluska che aveva candidamente scritto una letterina di confessione, prima di essere costretto a rimangiarsela per ragioni di forza maggiore). Inoltre i movimenti monetari sono privi di logica d'investimento: solo uno spettatore convinto del TG4 potrebbe bersi la storia che l'avvocato inglese avrebbe ricevuto la "modica" somma di 600mila euro per investirla conto terzi (il solito regalo "a sua insaputa", praticamente). Ovviamente noi non vorremmo mai vedere il povero Al Tappone in carcere come invocano le tipe nella foto. Sarebbe troppo forcaiolo, e anche poco elegante. E invece sì, lo vorremmo eccome, con tutto il cuore, e godremmo anche non poco a rivedere le scene dell'arresto e della sua faccia in quei momenti, con le lacrime calde che sciolgono qualche strato di cerone. Ci pare anche il minimo, dopo che le hanno provate tutte, Lodo Alfano, riduzione dei tempi della prescrizione, ecc. Dopo un Ventennio di berlusconismo con i suoi effetti disastrosi dal quale stiamo faticosamente uscendo, che avrà ancora chissà quanti e quali strascichi. Ovviamente si tratta di un sogno irrealizzabile, ci sarà la prescrizione, e poi è troppo anziano, fingerà di ammalarsi, alle brutte scapperà ad Antigua consolandosi con le sue ville esentasse da 22 milioni. Però una sentenza di condanna vorrebbe dire che la Giusizia in Italia non è ancora morta.
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