Dal Cern di Ginevra trapela una nota riservata, che appare sul blog di un matematico della Columbia University. Gli esperti si dividono
Sul blog di Peter Woit, un matematico della Columbia University, è stata pubblicata una nota riservata trapelata dal Cern, secondo cui il bosone di Higgs potrebbe essere stato intercettato dall’acceleratore Large hadron collider (Lhc) di Ginevra.
Quella conosciuta come “particella di Dio” si chiama bosone di Higgs: una particella elementare, la cui esistenza è stata ipotizzata negli anni Settanta ma mai osservata, che spiegherebbe perché la materia attorno a noi abbia una massa. Quella trapelata dal Cern di Ginevra, se confermata, è dunque una notizia che potrebbe sconvolgere il mondo della fisica nucleare.
Trovare il bosone di Higgs è infatti uno degli obiettivi dell'acceleratore Lhc di Ginevra o del Tevatron del Fermilab di Chicago, che fanno scontrare fra di loro le particelle a velocità elevatissime, generando così una “pioggia” di altre particelle fra cui potrebbe esserci anche la "particella di Dio", o altri elementi previsti in teoria ma mai osservati.
Non si tratta comunque di una comunicazione ufficiale ma di una nota a uso interno, da discutere ancora tra colleghi, fatta filtrare anonimamente e ripresa sul blog del matematico. Nonostante ciò, la notizia ha scatenato le reazioni del mondo scientifico e se per alcuni si tratta della prima osservazione definitiva della fisica oltre il modello standard, altri sono scettici e lo stesso Cern sottolinea che la nota riferisce risultati preliminari.
Intanto gli esperimenti continuano e proprio nei giorni scorsi, il 22 aprile, l’acceleratore più grande del mondo, con i suoi 27 chilometri di tunnel sotterranei, ha toccato un nuovo record di energia, sviluppando una potenza che è pari alla metà della sua capacità massima, che i ricercatori del Cern prevedono di raggiungere entro il 2012.
Per il momento, i fasci sviluppati dall’acceleratore sono ora così intensi che il numero delle probabili collisioni è salito a 50 milioni al secondo superando del 20% l'acceleratore americano Tevatron, destinato a chiudere entro l'anno.
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