Questa rivoluzione “cambierà completamente il sistema sanitario”, ha detto Keogh, secondo cui sarebbe bene abituare i medici all’uso degli smartphone in modo da consentire “consulti online con un accesso 24 ore su 24 e senza limiti geografici”. Secondo il numero uno dell’Nhs, internet aiuterà a ridurre i costi sanitari e rendere più efficiente il servizio.
L’Associazione dei pazienti britannica ha visto di buon occhio l’iniziativa. Il suo responsabile, Katherine Murphy, ha così commentato: “Ben vengano iniziative come questa. Se un figlio non sta bene, il medico di famiglia potrà dare un’occhiata al bambino attraverso il computer e dire se serve una visita più accurata oppure il ricovero in ospedale. La rete velocizza tutti i processi”.
Giudizi positivi anche dall’Associazione dei medici britannici. “Le consultazioni via Skype possono rendere la vita più facile per il paziente e per il dottore”, ha detto Laurence Buckman, presidente dell’organizzazione. “Molti medici saranno felici di poter usare questa tecnologia”.
E in Italia com’è la situazione? Come scrive Michele Bocci su Repubblica, il presidente della Società italiana di telemedicina, Gianfranco Gensini, si è detto favorevole: “Se serve a dare un’occasione di contatto in più col medico, ben venga”.
Attualmente, spiega Bocci, alcuni servizi di telemedicina sono attivi, soprattutto in Lombardia ed Emilia Romagna.
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