giovedì 24 marzo 2011

Rapiscono i pinguini blu per metterseli in salotto


Un ranger della colonia dà da mangiare a un gruppo di pinguini korora

Adelaide - Quando c’è da mettere in pericolo la natura, non esiste limite all’imbecillità degli esseri umani. Una colonia di pinguini nani inAustralia Meridionale rischia l’estinzione perché qualche cretino si diverte a rubarli per farne animali da compagnia oppure per liberarli in ambienti dove non hanno alcuna possibilità di sopravvivere. A Granite Island, 80 chilometri a sud della capitale Adelaide, fino a dieci anni fa c’erano circa 1500 esemplari di pinguini fata o korora, come vengono chiamati rispettivamente dagli australiani e dai maori. Oggi la popolazione, nonostante l’area sia protetta, si è ridotta ad appena 146 unità.
Secondo i responsabili del centro, se non si prendono in fretta delle
contromisure c’è il pericolo che tra poco di questi uccelli - i più piccoli rappresentanti della specie con i loro 35 centimetri di altezza per un chilo di peso – rimanga solo il ricordo. «Dobbiamo pensare seriamente ai pinguini che ci restano – afferma Dorothy Langden, coordinatrice del Granite Island Penguin Centre - Se chiudiamo il ponte che unisce l’isola alla terraferma, forse abbiamo una possibilità di salvarli. I ladri scavalcano una barriera in cemento alta quasi due metri e rubano i pinguini. E per farlo distruggono le loro tane. Non importa quante telecamere di sorveglianza piazziamo, perché la gente si mette dei passamontagna e non si fa identificare. Qui conosciamo i pinguini uno per uno e perciò per noi è facile al mattino sapere se qualcuno è stato preso. L’ultima volta ne sono spariti sei. È assurdo». Il ponte di Granite Island si può attraversare a piedi o su un tram trainato da cavalli. I furti, comunque, non sono l’unico problema. Ci sono stati anche episodi di pura crudeltà: un pinguino è stato ucciso a sassate.
Al Centro arrivano pinguini che sono stati trovati feriti e che hanno bisogno di cure e di rieducazione. La maggior parte viene rimessa in libertà, ma alcuni esemplari, venuti da uno zoo o arrivati in tenera età e dunque non più in grado di vivere in natura, rimangono sull’isola. Tra i residenti più anziani ci sono Pippa e Charles, che con gli anni si sono trasformati: sono loro, a prendersi cura dei korora più giovani.
da YouTube, i pinguini korora “in azione”
L’uomo, purtroppo, non è l’unico nemico di questi simpatici uccelli dalla livrea blu, che vivono soprattutto in Australia e Nuova Zelanda, ma anche in Cile Namibia. I pinguini nani non vanno d’accordo nemmeno con gatti, volpi, foche e cani selvatici. Per proteggerli, sono state adottate diverse misure. Alcune drastiche. Due anni fa, a Manly Point, sempre in Australia, furono assunti due tiratori scelti incaricati di sparare al misterioso predatore, una volpe, che aveva ammazzato 9 korora.
Warnnambool, invece, hanno scelto un approccio più morbido, in cui, c’entra anche l’Italia. A guardia della locale colonia, infatti, dal 2005 sono in servizio dei maremmani. Da quando ci sono loro, il numero dei pinguini si è quasi decuplicato, passando da 10 a 180 esemplari. L’idea di mettere dei cani da pastore a protezione dei pinguini è venuta a un contadino, Allan “Swamp” Marsh, che da sempre usa i cani per sorvegliare i polli e si è accorto del sacro terrore che questa razza incute alle volpi.
Qualche problema c’è stato con gli ultimi due guardiani, Eudy e Tula, che all’inizio si rifiutavano di rimanere soli di notte sull’isoletta di Warnnambool e tornavano indietro a nuoto. Ma col tempo e con l’addestramento si sono abituati. «La colonia stava per essere distrutta, questi fantastici cani l’hanno salvata» esulta uno dei responsabili del parco, Marty Gent. Da italiani, c’è da essere orgogliosi di questi nostri “connazionali” a quattro zampe.

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